Ce n'erano ancora però, delle belle parole nel proclama di Murat, e che ai liberali parvero tante staffilate. Di fatto, aveva la disinvoltura di dire che egli si era sforzato di far godere i benefizi della pace, e che erano state rispettate le proprietà e le persone, e che i toscani non avevano sopportato che le pure spese per il mantenimento dell'armata, dimostrando a lui un vero attaccamento, ciò che formava la sua soddisfazione. "Il nuovo re terminerà di cicatrizzare le piaghe della guerra."
Prima di venire a Firenze, Lodovico mandò in sua vece il "marchese di Gallinella conte Cesare Ventura, cavaliere Gran Croce del reale e distinto ordine di Carlo III, gentiluomo di camera con esercizio, e consigliere del consiglio di Sua Altezza Reale, il signor infante Duca di Parma, Piacenza e Guastalla," a prendere possesso in suo nome del regno della Toscana, ricevendo nei modi soliti, gli omaggi e i giuramenti consueti.
Ed il 2 agosto ebbe luogo in Palazzo Vecchio la solenne cerimonia del giuramento al nuovo Sovrano, alla quale intervenne Murat, e il Magistrato civico fiorentino "come rappresentante il soppresso Consiglio dei dugento."
L'avvocato regio Tommaso Magnani, ed il luogotenente del Senato Orlando Malavolti del Benino, ebbero l'audacia di pronunziare all'indirizzo del nuovo re, in presenza del suo mandatario marchese di Gallinella, con tutta la filastrocca dei titoli alla spagnola, compreso quello di "gentiluomo di camera con esercizio", ipocrite e in quel momento in ispecie, mendaci parole.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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