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      Noi, CARLO LODOVICO II INFANTE DI SPAGNA E RE D'ETRURIA.
     
      Le giuste doglianze de'nostri zelanti vescovi pervenuteci al trono contro l'immodestia di vestire, specialmente del sesso femminino, resta ormai scandalosa nelle chiese medesime, ad onta della loro vigilanza, predicazione e catechismo, ed hanno richiamato la nostra sovrana previdenza a coadiuvarli per impedire e togliere, per quanto da noi dipende, un sì fatto intollerabile abuso.
      Perciò col presente editto avvertiamo i nostri amatissimi sudditi ad usare d'ora in avanti nella loro foggia di vestire la dovuta modestia cristiana, specialmente nelle chiese, ed a tralasciare in quelle, l'indecente uso dei cappelli e di qualunque altro abbigliamento seducente, con sostituire invece, per il bene della società, la vera semplicità e la modestia, non escludendo da tale avvertimento sempre più le persone del teatro, tanto per i balli che per la recita.
      Attesa la fiducia dei nostri amatissimi sudditi, abbiamo creduto espediente di restringere la nostra suprema autorità a questo semplice avvertimento, convinti che per loro equivarrà ad un comando, senza obbligarmi ad addivenire ad ulteriori misure.
      Dato da Palazzo Pitti,
      il 19 agosto 1807.
     
      MARIA LUISA, REGGENTE.
     
      Ma, povera donna, fece come quello che lavava il capo all'asino: perse ranno e sapone. Nel tempo che essa si dava da fare per mantenersi sul trono, Napoleone e il re di Spagna, firmarono a Parigi un trattato, in virtù del quale il regno d'Etruria tornava pari pari alla Francia, verso un compenso alla Spagna nel Portogallo, che ancora Napoleone non aveva conquistato.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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