Pagina (90/714)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Una simile raccomandazione però, tradiva la paura che qualcuno non vi si assoggettasse volentieri. È ben vero d'altronde, che non c'era da dubitar di nulla, perché i fiorentini avevan preso tanta pratica in quindici anni ai cambiamenti di governo, che in fatto di contegno potevan insegnare agli altri. Ormai sapevano che queste cerimonie si solennizzavano tutte nella stessa maniera. Illuminazione, Te Deum, scampanìo di tutte le chiese, cannonate dalle due fortezze, e giuramento di fedeltà, fino a nuova occasione.
      Da un importante diario inedito, si rileva che la sera del 30 aprile "fu ripetuta l'illuminazione, e che tutto il popolo nella sua esultanza, diede a conoscere la sua obbedienza agli ordini sovrani, non accadendo il più piccolo sconcerto." C'era da figurarselo!
      Il 1° maggio alla levata del sole, il suono delle campane e lo strepito delle artiglierie "dettero il cenno del felice cambiamento del governo, nel tempo stesso che s'inalzava lo stemma del real sovrano sulla porta di Palazzo Vecchio, detto fino allora della Comune."
      Non ostante che l'ora fosse poco propizia alle espansioni di giubbilo, pure, il buon popolo fiorentino salutò con grande applauso lo stemma "del Real Sovrano tutto spolverato (lo stemma) e rimesso a nuovo."
      Alle nove una parte della truppa napoletana si schierò in Piazza della Signoria nel "salone grande" di Palazzo Vecchio, ed alle dieci, tutto il resto dei soldati napoletani partirono, con lo stato maggiore, per Napoli, prendendo dalla Porta Romana.
      A mezzogiorno ebbe luogo nel Salone dei Cinquecento la funzione dell'investimento di Ferdinando III.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





Te Deum Palazzo Vecchio Comune Real Sovrano Piazza Signoria Palazzo Vecchio Napoli Porta Romana Salone Cinquecento Ferdinando III