Seguiva quello della Metropolitana, i canonici della medesima, i ciambellani invitati, lo Stato maggiore militare e i sacerdoti parati, col baldacchino, al quale facevano ala i granatieri del reggimento reale Ferdinando. Dietro ad esso, il principe Rospigliosi con alla destra il Prefetto; ed alla sinistra, invece del maire Bartolommei che non si fece vedere, prese il suo posto il Presidente della Corte d'Appello.
Intervennero pure il Presidente del Tribunale di prima istanza, i componenti la Corte d'Appello nella loro precedenza, i consiglieri di Prefettura, i componenti il Tribunale di prima istanza, gli aggiunti del maire, i giudici di pace, i commissari di polizia, e gli uffiziali militari fuori di servizio.
Chiudeva la marcia un distaccamento militare, ed un corpo di Ulani tedeschi a cavallo.
Tutto "il militare" che era stato schierato sulla gran Piazza del Duomo dalla parte così detta del Bottegone, subito dopo passato in processione il clero di San Lorenzo, si pose in marcia, avendo alla testa i comandanti e tutta la banda militare con "i rispettivi istrumenti a fiato e cassa." I cavalieri di Santo Stefano non in cappa magna né uniforme, perché soppressi al tempo dei francesi, ma in abito appunto alla francese, in memoria di chi li aveva soppressi, portaron l'asta del baldacchino, come in passato; e ciò per invito fatto loro dal principe Rospigliosi; e furon diretti ed assistiti dai cerimonieri e Taù della religione, per le mute da farsi durante il corso della processione, alla quale prese parte "un copioso numero di nobiltà con torcia.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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