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      Dalla Soprintendenza delle "Reali Possessioni" fu fatta annaffiare la strada da San Gallo fino alla Villa Capponi alla Pietra, da dove sarebbe partito il "Real Sovrano" affinché egli al suo passaggio non mandasse tanta polvere negli occhi ai sudditi fedelissimi, e al tempo stesso non apparisse in un nuvolo della stessa polvere a guisa di nume.
      Non eran però terminate qui le disposizioni, gli editti, le intimazioni e gli inviti. Dalla Segreteria di Stato vennero intimati tutti i capi di dipartimento a presentarsi al Sovrano al suo arrivo a Palazzo: ed un pari invito fu fatto agli arcivescovi e vescovi che s'eran recati alla capitale, per essere presenti all'arrivo di Ferdinando III. A quei tempi, i preti, rigavan molto diritto, col Granduca, per quanto li tenesse a bacchetta come subalterni, sebbene apparentemente fossero trattati con la massima deferenza! Non per nulla gli impiegati di Corte ed i camerieri chiamavano il Granduca "il padrone."
      L'avvenimento del ritorno di Ferdinando III suscitò la gara in tutti del più smaccato zelo. Primi furono gli uffiziali "del nuovo corpo dei Dragoni toscani," o cacciatori a cavallo i quali domandarono di far servizio come Guardie del Corpo: perciò furono intimati per mezzo del supremo comando militare, a guarnire le regie anticamere, continuando il sistema praticato dal 1791 al I799.
      Molti signori fiorentini andarono a complimentare S. A. I. e R. alla sua villa di Cafaggiolo, dove si trattenne tutto il giorno 16 di settembre predetto "per consacrarsi ad alte cure di Stato, vale a dire alla scelta dei principali ministri.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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