Appena entrato, il popolo con un viva universale ha fatto conoscere il suo attaccamento, facendo da per tutto risuonare il nome di Ferdinando: e tale fu la commozione del Sovrano, che percorse tutta la chiesa "rasciugandosi col fazzoletto le abbondanti lacrime che la gioia e la riconoscenza le faceva spargere." Cantato il Te Deum, il vescovo di Siena diede la benedizione; ed il Granduca tornò a'Pitti prendendo dal Canto alla Paglia, da Santa Trinita, via Maggio e lo Sdrucciolo. Al corteggio del Sovrano si erano unite tutte le carrozze della nobiltà, dei consiglieri e di altre persone "che avevano l'onore dell'anticamera." Doveva essere un colpo d'occhio stupendo! "Oltre l'immensa quantità di popolo, era meravigliosa la vaghezza degli apparati e dei tappeti che ornavano tutte le finestre delle case e le botteghe piene zeppe di spettatori. A'Pitti il Granduca fu ricevuto dai quattro ciambellani principe don Tommaso Corsini, duca Ferdinando Strozzi, comm. Alamanno De Pazzi e senatore Marco Covoni."
Passato subito nel quartiere detto delle Stoffe, Ferdinando III si affacciò alla terrazza per salutare il popolo che applaudiva freneticamente, con la sola compagnia del maggiordomo gran ciambellano Antinori. Sfarzosissimo fu l'apparato di tutte le strade da porta a San Gallo al Palazzo; ed in alcuni punti formava un sorprendente colpo d'occhio.
A mezzogiorno, il Granduca diede udienza a tutte le autorità e cariche dello Stato; ed in ultimo al generale conte di Staremberg con tutta l'ufficialità e lo stato maggiore della truppa toscana e tedesca.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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