Dopo cena l'Arciduca andò a letto, ed il babbo andò invece al Teatro del Cocomero oggi Niccolini, il teatro aristocratico della prosa; ove fu accolto da triplicati applausi. Non c'erano, in quei giorni, persone più felici dei fiorentini!
Il giorno appresso l'arciduca Leopoldo andò al "passeggio" delle Cascine a farsi vedere anche lui con muta a sei cavalli, secondo il consueto. Tutta la gente che non lo conosceva accorreva a vederlo, perché essendo andato via di due anni, ora era sviluppato in lunghezza, ma non era un bel ragazzo. La sera alle sette e mezzo arrivarono anche le arciduchesse Maria Luisa e Maria Teresa figlie del Granduca. Esse erano in carrozza a sei cavalli, accompagnate dall'aia e dalle dame.
In tiro a quattro seguivano le loro cameriste Schregel, Venner, Del Greco e Cautrer. Dietro, in altre carrozze, le persone di servizio e le donne di guardaroba.
Sempre più affollato era il popolo a ricevere le Arciduchesse, in onore delle quali ripeté l'illuminazione della città; e dall'albergo del Pellicano un maggior numero di torce alla veneziana portate da diversi individui, rischiarò fantasticamente la strada fino a' Pitti. Il Granduca ed il fratello andarono a riceverle, e alle nove si riunirono a cena.
Tanto per la cittadinanza che per il Granduca e tutta la famiglia, cominciò una specie di carnevalino, poiché dopo le tre sere d'illuminazione generale della città furono fatte il 25 e il 27 di settembre a spese del Comune le feste di San Giovanni che si solevan fare il 24 di giugno.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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