Mentre il Comune imponeva le quote dell'imposizione ai cittadini indicati nell'elenco dei facoltosi - come per ironia si seguitava a chiamarli, - molti di essi badavano a tempestar di domande il Magistrato per essere esonerati da un aggravio che non potevano affatto sopportare.
Ma il generale Dupont chiedeva alla Comunità la nota dei contribuenti tassati con l'intimazione ai morosi dell'arresto e dell'esecuzione militare. Questa terribile minaccia, fu poi commutata nella contribuzione doppia!
Come Dio volle, il milione e i centomila franchi furon raccolti; ma "per le laboriose operazioni" ci vollero dodici donzelli che furono impiegati in tutte le ore, anche non compatibili, e perfino di notte; e fecero un così attivo servizio, che il Magistrato nel dì 11 novembre 1800 stanziò a loro favore centoventi zecchini. Ma il Comune ebbe a spendere anche quarantanove scudi per far trasportar i denari raccolti "alle case di abitazione del commissario di guerra e del tesoriere delle contribuzioni." E di più, occorse la spesa di seicentodue lire spese dal gonfaloniere per il mantenimento di sei granatieri francesi "attesa l'esecuzione militare da esso sofferta nella casa di propria abitazione posta in Via Ghibellina." Con tutta la sua buona volontà, il marchese Catellini fu tenuto come prigioniero in casa sua, finché non fosse coperta la somma del prestito, e di più ebbe a pagare i soldati che gli fecero la guardia! Nessuno era mai stato bene come allora, coi liberatori in casa!
Avuti i denari, il governo provvisorio francese per certe circostanze piuttosto gravi, che ne minacciavano la sicurezza, pensò bene di prendere un po'il largo e di ritirarsi in luogo più cauto e sicuro.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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