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      E intanto il Comune si trovò a dovere organizzare, lì per lì, un battaglione di guardie di sicurezza agli ordini del maggiore Vaccà.
      I guai pareva che cominciassero allora, e sempre più gravi.
      Mentre la Comunità nel 28 dicembre 1800 si trovava nella dolorosa condizione di dover chiudere lo Spedale di Santa Maria Nuova per mancanza d'assegnamenti, giungeva il giorno stesso una lettera del generale Miollis, tornato a Firenze coi suoi francesi, imponendo l'immediato sborso di centomila franchi con la minaccia della carcere a tutto il Magistrato nel caso di non adempimento!...
      Una città così tartassata, così oppressa, non aveva nemmeno la forza di ribellarsi, perché tutta la gioventù valida era sotto le armi, indossando la divisa degli oppressori, e si trovava sparpagliata chi sa dove, ad esporre la vita per essi!
      Non essendo affatto possibile alla Comunità, nonostante il raddoppiamento e l'anticipazione della riscossione dei dazi, di pagare la somma domandata, ebbe a ricorrere ad alcuni mercanti per mettere insieme un acconto, non avendo nella cassa che 7250 franchi che offrì tutti alla cupidigia del generale Miollis, rimanendo il Comune senza un soldo.
      E quei "mercanti" che furono i fratelli Salvetti, il dottor Cesare Lampronti, Francesco Morrocchi, Lorenzo Baldini, i Fratelli Fenzi ed Ezechia Baraffael, spremendo alla loro volta le proprie casse, riuscirono a mettere insieme la meschina somma di novemila ottocento franchi. Milledugento - non avendo altro - ne diede la depositeria , e per essa il signor Francesco De Cambray Digny.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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