E perché la cosa riuscisse più decorosa, invitarono ad una volontaria sovvenzione tutti i ceti della città, eleggendo col "carattere di collettori" alcuni canonici nella classe del clero, altri signori nella classe dei nobili, quattro avvocati per il ceto dei curiali, due soggetti per il ceto degli impiegati, quattro negozianti per il ceto dei mercanti e due israeliti per la nazione ebrea.
Ma con tutto questo, le spese furono piuttosto copiose. Ciò che si spendeva prima per le continue esorbitanti imposizioni del governo francese, non solo andava ora in feste, in fuochi di discutibile gioia, e nei frutti dei passati imprestiti e imposizioni, ma vi si aggiungeva la spesa per gli alloggi delle truppe spagnuole, e l'indennità in contanti per la pigione agli ufficiali ammogliati, ciò che minacciava un deficit vistoso nell'amministrazione comunale. Tant'è vero, che la Comunità deliberò nel 3 luglio 1806 di fare istanza alla Regina reggente di valersi della imposizione straordinaria di centomila scudi, esonerando la Comunità stessa dal rimettere l'importare al Monte comune.
E siccome le disgrazie non vengono mai sole, alla calamità delle truppe spagnuole da mantenere, poiché pareva proprio che la Toscana dal 1799 in poi dovesse sempre far le spese alla gente di fuori, sopraggiunse la invasione delle cavallette.
Ed il Magistrato, con una deliberazione piuttosto stizzosa, poiché la pazienza gli cominciava a scappare, protestò "di non poter pagare alcuna somma per l'estirpazione dei grilli o locuste; perché essendo il Comune circoscritto dalle mura, le locuste non avrebbero dato noia anche se fossero entrate in città. Perciò fu fatta istanza alla reggente d'essere esonerati da qualunque spesa per estirpare i grilli o cavallette che si volessero chiamare.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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Comunità Regina Comunità Monte Toscana Magistrato Comune
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