Il Magistrato, per non sembrare ostile alla serenissima reggente, era costretto però ad afferrare tutte le occasioni che gli si presentavano per protestare la sua devozione e l'inalterabile attaccamento tanto a lei che al suo degnissimo ragazzo, che aveva il titolo di re d'Etruria, ereditato da quel portento ch'era stato suo padre Lodovico. Perciò, nel 12 giugno 1807, cogliendo "la fausta circostanza" del ritorno delle Loro Maestà la Regina reggente ed il piccolo re, la Comunità stabilì di ordinare, come aveva fatto nel 10 maggio 1806 quando le stesse Loro Maestà tornarono da Livorno, che per dare un qualche contrassegno di pubblico gradimento e letizia fosse decentemente illuminata la porta a San Frediano per mezzo di lampioni e padelle ardenti, come ancora il Borgo a San Frediano con simili padelle o fanali a proporzionali distanze a spese della Comunità, questo s'intende. Soltanto fu risparmiata la spesa di 6851 lire, occorse nel 10 maggio 1806 per l'arco trionfale alla porta a San Frediano, che nel 1807 fu risparmiata, in vista forse che questi ritorni eran troppo frequenti.
E per rendere ancor più splendida e possibilmente più spontanea la dimostrazione, il Magistrato invitò, o meglio, intimò (come si usava di dire allora) i cittadini che avevan la fortuna di abitare dalla porta a San Frediano fino a'Pitti, di illuminare le loro case, se il ritorno delle preziose Loro Maestà fosse avvenuto di sera; e ad ornare le finestre se accadesse di giorno. Di Più, i Priori deputarono il Gonfaloniere marchese Tommaso Guadagni, il duca Ferdinando Strozzi, il cavalier Vincenzo Gondi Cerretani ed il signor Luigi Pratesi, perché si portassero al Palazzo Pitti la sera dell'arrivo, per felicitare in nome pubblico le Loro Maestà di essersi restituite alla capitale!
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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