nel 1813 Regina Maria Maddalena Mandò, dimorante in piazza di Sant'Ambrogio, al n. 7017.
Il 15 dicembre fu deliberato di stanziare la somma di dodicimila franchi per dare "una festa da ballo nel gran salone di Palazzo Vecchio" per solennizzare la fausta ricorrenza del giorno onomastico di S. A. I. e R. la Granduchessa di Toscana. E per riconoscenza di tale dimostrazione, una delle prime spese imposte alla Comunità dalla granduchessa Baciocchi, fu quella, pareva oramai una fatalità!, di 21,000 franchi per l'addobbo della loggia dell'Orcagna in occasione della Festa degli Omaggi, come si continuava a chiamare con una certa ostentazione, la festa di San Giovanni.
Pareva proprio che le donne destinate da Napoleone all'onore del trono, si dessero la mano per far sprecare tanti denari nel padiglione sotto il quale sfoggiavano la loro autorità!
La signora Baciocchi però, per quanto risguardava le leggi, non aveva facoltà di modificarne o di promulgarne alcuna. Certe cose le faceva da sé il suo augustissimo fratello, il quale, di quando in quando, lusingava l'amor proprio dei fiorentini perché stessero zitti. Uno di questi colpi di scena Napoleone lo fece il 9 gennaio 1811 col decreto che ristabiliva l'antica Accademia della Crusca "particolarmente incaricata della revisione del dizionario della lingua italiana, e della conservazione della purità della lingua medesima."
Per gli accademici fu stabilito un assegno annuo di 500 franchi; di 1000 franchi agli incaricati della compilazione del dizionario; e di 1200 al segretario.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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