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      Quindi, dopo aver dimostrato che se la capitale della Toscana "era meno ricca e meno popolosa di quella immensa metropoli che è Parigi, non l'avrebbe ceduta ad essa in devozione verso S. M., ed avrebbe saputo mostrare di essere degna di far parte " di quella gran famiglia che il più grande di tutti gli eroi ha salutato il primo col titolo di grande Nazione!"
      Fiorentini! - esclamò più che mai incalorito il sottoprefetto come se credesse a quanto egli stesso diceva - Fiorentini! Voi che siete distinti e sì celebri per le arti e per le scienze... Voi, che per sì illustri titoli siete stati chiamati gli ateniesi dell'Italia, ecco l'occasione in cui potete mostrare di meritare questo nome sul rapporto ancora del valore e dell'onore nazionale.
      Dopo aver tirato in ballo perfino Lorenzo de'Medici, il sottoprefetto conchiuse: "La città di Firenze cosa può far meno che dare in tale occasione cinquanta cavalieri equipaggiati? " E come se nelle condizioni in cui si trovava il Comune l'equipaggiare lì per lì cinquanta cavalieri per mostrarsi i fiorentini i veri ateniesi d'Italia fosse una cosa da nulla, con la solita burbanza il sottoprefetto disse che, quella offerta era da considerarsi "come la più debole espressione dell'attaccamento il più inviolabile" che Firenze nutriva per il suo Sovrano!
      Per colmo di gentilezza, il sottoprefetto esclamò: "Nella mia qualità di Presidente propongo che sia nominata una Commissione a seduta permanente, la quale componga un indirizzo a S. M. onde supplicarla ad accettare il numero precitato di cinquanta cavalli!


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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