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      Il signorile modo di operare di Ferdinando si rivelava specialmente nella circostanza del soggiorno in Firenze di Principi stranieri che dalla Corte venivan trattati in modo superlativamente regale: e in questa occasione, l'andare al teatro richiedeva allora un'etichetta speciale.
      Infatti, i reali ospiti venivano ricevuti allo smontare dalla carrozza dai due ciambellani di servizio, ed il cerimoniere "faceva loro lume in avanti."
      A metà dello spettacolo si servivano i gelati e le confetture, dalle persone addette alla "Riposteria e Confettureria" di Corte.
      Oltre alle conversazioni in privato, il Granduca dava spesso delle feste e dei ricevimenti in grande; ai quali invitava l'Anticamera, i ministri esteri, i forestieri stati presentati, la nobiltà e gli ufficiali dell'esercito. Ed a proposito di questi, il generale Vincenzo Vettori, che fu nominato comandante della Guardia il 9 novembre 1814, fece osservare al segretario di etichetta che egli per quanto nobile, non poteva consentire con l'ordine dato da Ferdinando III di non ammettere alle feste di Corte che i soli ufiziali appartenenti alla nobiltà: perché, diceva, "tutti gli ufiziali indistintamente godono tale onore, benché di nascita non nobile."
      Il Granduca, che non avrebbe commesso uno sgarbo nemmeno involontario, acconsentì che fosse modificato il suo ordine nel senso indicato dal generale Vettori, e così anche le guardie del corpo, non in servizio e di nascita non nobile, intervennero alle feste, purché in uniforme rossa e non giornaliera.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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