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      Piacque moltissimo al giovane Principe l'Arciduchessa di Toscana: e questa si innamorò sinceramente di lui, che era
      prevenente della persona ed aveva un'aria fiera, e dimostrava il fervido temperamento d'un giovane di diciannove anni chiamato ad alti destini."
      La domanda della mano dell'arciduchessa Maria Teresa fu fatta dal marchese Antonio Brignole-Sale incaricato sardo, ed il Granduca l'accordò, dimostrando lealmente la propria soddisfazione.
      Ed uguale soddisfazione provarono "i popoli" della Toscana ed in special modo i fiorentini, i quali, tanto gli uni che gli altri, presentirono in questa auspicata unione un più lieto avvenire per la misera Italia.
      Il Magistrato della Comunità non poteva rimanere estraneo ad un fatto così importante: perciò avendo sentito che era stabilito il matrimonio tra S. A. I. e R. l'arciduchessa Maria Teresa figlia dell' "amatissimo Sovrano," e S. A. R. il Principe di Savoia e Carignano, erede presuntivo della Corona Reale di Sardegna, e volendo il Magistrato stesso contestare a S. A. I. e R. la consolazione e gradimento "che provava il pubblico per una sì fortunata unione, capace di produrre i più felici resultati per i vincoli di amicizia e parentela che andavano a stringersi tra le due Reali Case e famiglie;" deliberò di deputare il marchese Tommaso Corsi, gonfaloniere, il marchese Leopoldo Carlo Ginori-Lisci e il conte Luigi Bellincini, "due dei priori nobili" a presentarsi in nome pubblico a S. A. I. e R. per congratularsi di un sì fausto avvenimento.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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