Com'è da credersi, in una simile circostanza, il Comune era costretto a far delle feste, quale pubblica dimostrazione di gioia. Per conseguenza i signori Priori pensarono prima di tutto a mettersi in grado di comparire. Si sa: il primo prossimo è sé stesso! Perciò nel successivo 28 marzo dal signor Gonfaloniere fu rappresentato che non sembravagli completo l'abito di cerimonia del Magistrato, specialmente in occasione di comparse pubbliche per funzioni sacre e qualunque altra pubblica rappresentanza; "mentre non vi era con che coprire il capo uniformemente." Onde ne seguiva "il mostruoso inconveniente" che alcuni intervenivano col cappello tondo ed altri con cappello a vènti, e "in altre guise." Perciò proponeva che, e per decenza e per uniformità, fosse dato a ciascuno dei componenti il Magistrato, una berretta di seta, o di velluto, analoga all'abito di cerimonia, cioè: di color cremisi con teletta d'oro per il Gonfaloniere, corrispondente all'abito di costume; e di color nero per i Priori, corrispondente al lucco, da usarsi soltanto nelle funzioni pubbliche.
Applaudendo il Magistrato alle savie proposizioni del signor Gonfaloniere, il Magistrato stesso deliberò di ordinare che fossero fatte a spese della Comunità le berrette nel modo proposto, con quel disegno e forma che sarebbe stato trovato "il più analogo all'abito di costume e di cerimonia;" ed in quanto potesse far di bisogno per l'approvazione di una tal deliberazione, non essendo prescritto il detto finimento nel Regolamento della loro Comunità, ordinarono i Priori doversene render conto al signor Provveditore della Camera della Comunità.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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