Una carità veramente benintesa, meglio che destinar somme, sia pure ragguardevoli e che spesso non raggiungono lo scopo: poiché, per il solito, i sussidii in danaro vanno sempre a quella specie d'abbonati alla beneficenza pubblica, e non son mai dati con giusto criterio alle persone veramente bisognose, vittime di una occulta e più tremenda miseria, che contrasta con la vergogna della povertà e col pudore di farla palese.
Il sovrano ed i principi, appena scesi all'ingresso degli Uffizi, percorsero per due volte in mezzo al popolo affollato, tutto il loggiato, e si trattennero anche nelle sale dove ballavano le maschere e le persone più pulite, con pieno contento dei principi "per la docilità dei sudditi, che pieni di venerazione ai loro sovrani non fecero nascere nessuno sconcerto." Ed era naturale, dappoiché si vedevan trattati con tanta spontanea confidenza.
Trattenutisi oltre un'ora in mezzo a quell' "innumerabile concorso popolare" i sovrani ed il seguito si recarono al Palazzo della Crocetta alla cena data a loro contemplazione dal principe Rospigliosi; e quindi alle nove e mezzo andarono in Via del Cocomero all'altra festa nelle sale del Buon umore, "superbamente apparate, facendo pompa in esse un giardino artificiale, nel quale vedevasi illuminato a chìarore, il tempio delle Grazie e d'Imeneo."
Il concorso dei forestieri, del popolo e delle maschere, era straordinario: stupenda poi l'elegante ricchezza dei vestiari, e di grande valore "le gioie delle dame e delle altre donne.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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Uffizi Palazzo Crocetta Rospigliosi Cocomero Buon Imeneo
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