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      Il ciambellano vedendo il colonnello in tenuta di servizio, con la sciabola sguainata, avvisò subito il Granduca di ciò che avveniva. Ferdinando fattolo passare e sentito di che si trattava, uscì subito col colonnello Casanova, ed entrò in carrozza scortato da tutto il reggimento che lo chiuse in un quadrato. Arrivato a palazzo, il Granduca riconoscente strinse la mano al colonnello Casanova dicendogli:
      - Mi ricorderò di voi. - E difatti lo nominò generale.
      Ma l'aureola di gloria che s'era acquistata il colonnello minacciò d'andare in fumo, quando si presentò in Fortezza da Basso per la presentazione alle truppe. In quella circostanza, avendo intravvisto un soldato su un muricciuolo che stava a guardare i suoi compagni, domandò chi fosse; ed essendogli stato risposto che era un convalescente, il generale non volle intender ragione ed ordinò che si vestisse ed andasse a rango con gli altri. Il poveretto obbedì, ma nel fare le evoluzioni cadde sfinito e morì. Il reggimento si sollevò, voleva ammazzare a tutti i costi il generale, e gli ufficiali ebbero a durare gran fatica a metterlo in salvo. Fu però un vero miracolo se quei soldati, indignati giustamente, non lo mandaron dietro al loro infelice compagno a chiedergli scusa!
     
     
      XIII - Notizie di Corte: Tedeschi per le vie
     
      Ferdinando III vuol riammogliarsi - La sorella della nuora - La futura sposa a Firenze - Re Ferdinando al Congresso - Passaggio di soldati tedeschi - La "lista dei tre colori" - Il generale Guglielmo Pepe e il generale Ruffo - Disfatta e fuga paurosa.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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