Le condizioni del malato cominciarono ad essere ancora più soddisfacenti il 22, nel qual giorno i due bollettini portavano un progressivo miglioramento nonostante la continuazione della febbre; ma questa cominciò a decrescere nei giorni appresso, tanto che nel dì 27 i medici dichiararono che il Granduca procedeva regolarmente alla guarigione. Il bollettino del 28 avendo annunziato che la febbre era totalmente sparita, "portò la maggiore consolazione in tutti i ceti di persone."
Ormai si poteva dire scongiurato ogni pericolo; ai tridui ed alle esposizioni cominciarono a seguire le sacre funzioni di ringraziamento. Il primo a darne l'esempio fu il Comune, il quale fino dal 22 febbraio 1821, accogliendo la proposta del Gonfaloniere, nella fausta circostanza della recuperata salute di S. A. I. e R. "l'amatissimo Sovrano," stimò conveniente che il Magistrato come interpetre della volontà generale dei cittadini stati universalmente costernati dalla fiera e pericolosa malattia, da cui era stata afflitta la prefata A. S., fossero dati "dei contrassegni di vera letizia in ringraziamento all'Altissimo." Ed il Magistrato che aderì a quella proposta, ordinò che fosse fatto "un pubblico ringraziamento all'Altissimo Onnipotente Iddio nella Metropolitana con messa solenne, e l'inno ambrosiano, in quel giorno che fosse creduto più adattato a sì pia funzione, con quello sfarzo e lustro che esigeva la circostanza, con l'intervento del Magistrato e con invito alle altre magistrature, incaricando il Gonfaloniere di concertare l'occorrente con monsignore Arcivescovo e col Capitolo, e quindi dare le disposizioni necessarie per l'esecuzione di quanto sopra.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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