Una tale festa era stata annunziata dal Gonfaloniere della città con pubblica notificazione, dove si annunziava che le persone alle quali sarebbe stato concesso il biglietto per quella festa potevano intervenirvi gli uomini, in abito da maschera o in flacqu abillié (sic) ed in abito tondo da ballo le dame. Tutte cose - compresi gli spropositi - che potevano esser dette nel biglietto d'invito.
Le strade principali che conducevano alla piazza di San Marco furono illuminate; ma più vaga vista la faceva "la principale, detta Via Larga, poiché due ordini di faci illuminavano le pareti a guisa di fasce."
La piazza di San Marco presentava un bell'aspetto non solo perché alle finestre delle case pendevano bellissimi tappeti, ma sivvero perché anche quella era illuminata "in retta linea orizzontale."
Il contorno della piazza era formato da un recinto quadrilatero, ed ogni lato comprendeva un egual numero di proporzionate arcate, ciascuna delle quali nel suo perimetro e nei pilastri, arricchite erano di due ordini di ben disposti lumi.
Nel mezzo del quadrato, dove ora sorge la statua del generale Fanti, era stata eretta una pagoda turca adorna di fiori e veli, con una quantità di lumi "offuscanti la vista."
Ai due lati, in recinto di cancellata, zampillavano due grandi fontane d'acqua "del gran condotto reale" che ricadeva in due grandiosi bacini artisticamente modellati, e dipinti a marmo come le fontane.
Una bene intesa balaustrata, arricchita di statue dipinte a rilievo, faceva ornamento alla pagoda e sul ripiano di essa, "introdotti vi si erano," come di soppiatto, alcuni suonatori di strumenti a corda ed a fiato, i quali invitavano alla danza ogni ceto di persone ivi concorse per godere "una sì brillante e ricercata festa.
| |
Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
|
|
Gonfaloniere San Marco Via Larga San Marco Fanti
|