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      Nella sala del Buon Umore poi, il diarista pare che andasse in visibilio: e tanto, da perdere perfino un po' di quel tono lezioso e ricercato che adopra usualmente. Dice dunque, che le stanze dell'Accademia delle Belle Arti, e quelle del Buon Umore, erano brillantissime e adorne con eleganza; ma più che altro era "meraviglioso un trasparente situato a guisa di tempio nel giardinetto, nel quale scorgevasi Amore e Imene, con le altre deità, e due Fame - una fama per uno perché non ci fossero parzialità - che rammentavano i nomi dei due sovrani sposi. "Copiosa poi era la quantità di vasi d'agrumi e fiori, che ornavano detto giardinetto."
      Le persone invitate "presero parte al ballo nelle due sale ornate di veli e tralci di fiori, al suono di bene intese - e questo è il caso - orchestre di suonatori, affascinate da una immensa quantità di lumi che rallegrava i detti locali." "Con più raffinata eleganza e magnificenza" erano state preparate una sala da ballo e tre stanze contigue per il trattenimento dei Sovrani e del seguito.
      Abbondantissima fu la distribuzione dei rinfreschi "stati elargiti" a tutti gli invitati durante la festa, che cominciò alle otto e mezzo di sera e finì alle tre e mezzo della mattina.
      I Sovrani si trattennero fino al tocco dopo mezzanotte "e vennero serviti di rinfreschi dal Gonfaloniere e Priori della Comune datrice la festa, che riuscì in tutte le sue parti magnifica ed elegante, avendo incontrata la piena approvazione del pubblico concorsovi."
      Meno male!... Son cose che non accadono tutti i giorni.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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