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      Alle tre e mezzo dopo mezzanotte, Sua Altezza Reale morì "senz'aver dato il più piccolo contrassegno di recuperato intendimento" e per conseguenza senza sapere chi si ringraziare!
      L'angoscia delle sorelle e del Granduca, del Principe ereditario e del fratello, fu indescrivibile. Fu spedito a Dresda immediatamente l'aiutante di campo del defunto principe Clemente, capitano Krüncritz "in qualità di corriere" latore della triste nuova.
      Due giovani chirurghidello spedale di Pisa eseguirono l'imbalsamazione del cadavere, che, vestito poi della grande uniforme di stato maggiore dell'esercito sassone, fu rinchiuso in tre casse, "sigillate nelle fermature con sigillo nero della casa di Sassonia."
      La mattina del giorno 5 fu fatto il mortorio nella chiesa di San Frediano, perché quella di San Niccola era in restauro, ed il dì 8 gennaio "in una delle gondole reali sotto la scorta d'un impiegato della Corte di Sassonia e d'un religioso agostiniano della chiesa di San Niccola di Pisa," fu spedita a Firenze la salma del principe, per essere depositata provvisoriamente nelle tombe reali di San Lorenzo.
      La sera del dì 10, la gondola, che poi in fondo non era che un navicello addobbato, arrivò allo scalo d'Arno, e levata la cassa fu ricevuta dal priore di Santa Maria al Pignone, che in cotta e stola l'aspettava insieme a dodici fratelli della compagnia del Sacramento, ognuno col torcetto, e recatala nel mezzo di chiesa fu fatta l'associazione. Il giorno dopo, la mattina alle sette, la cassa fu messa in una lettiga di Corte.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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