Questa deputazione ebbe anche l'esplicito mandato di invigilare alla retta esecuzione del contratto d'accollo stipulato poi il 28 aprile dello stesso anno con la Deputazione ecclesiastica relativo alle spese interne del culto delle due suddette chiese, e delle scuole eugeniane.
In forza di detta legge, tutti i sudditi del Granducato che facevano testamento eran tenuti a lasciare all'Opera di Santa Maria del Fiore la tassa di mezzo scudo, che si riscuoteva dall'Archivio pubblico.
Spettava, come spetta ancora, all'ufizio dell'Opera di conservare i registri dei battezzati.
Dalle riforme o ordinamenti di Ferdinando III non andò immune la "Casa Pia" ossia Ospizio degli orfani di San Filippo Neri. In quest' Ospizio fondato già dall'anno 1659 per opera di quel Santo, nello stabile eretto dalla loggia de' Cerchi, venivano ricoverati, onde dar loro una conveniente educazione, i fanciulli della città che privi di parenti, i quali fossero obbligati ad averne cura, vivevano per le strade venendo su vagabondi e viziosi.
In un locale dell'Ospizio di San Filippo si rinchiudevano anche temporaneamente i ragazzi di carattere violento, insubordinati e cattivi, bisognosi di correzione. E fu detta appunto la casa di correzione, spauracchio nelle famiglie di tutti i fanciulli un po' vivi.
Quel luogo pio era posto sotto la direzione di una congregazione composta di dodici nobili, che poi fu soppressa col Motuproprio del 1° marzo 1786; restringendo l'Ospizio di San Filippo alla sola educazione degli orfani, togliendolo da Via de'Cerchi, e trasportandolo in una porzione del soppresso convento di San Giuseppe, presso Via delle Casine.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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