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      Il soprintendente ebbe facoltà di accettarvi anche un numero maggiore di orfani, oltre quello che potevano sopportare le rendite dell'istituto, quando si trovassero persone che provvedessero al loro mantenimento.
      Ferdinando III vedendo però che la savia istituzione dell' Ospizio di San Filippo Neri non rispondeva pienamente all'intento di togliere dalla strada i vagabondi, istituì con la notificazione de' 18 dicembre 1815 "la Pia Casa di Lavoro" ove si raccolsero i questuanti della città e delle parrocchie suburbane, specialmente citate nella notificazione stessa, all'effetto che quivi si applicassero a diversi mestieri a seconda della loro abilità. Da questa Pia Casa si dispensavano anche dei lavori alle famiglie bisognose.
      Oltre le istituzioni che provvedevano alla educazione dei fanciulli orfani, volle Ferdinando che un'altra ne sorgesse consimile per le femmine; e con Motuproprio del dì 11 ottobre 1800, benché scacciato dalla Toscana della quale però egli si considerò sempre il legittimo sovrano, fondò la casa delle povere fanciulle di Fuligno in Via Faenza, affinché vi si provvedesse alla assistenza ed alla educazione di quelle giovinette, che, per mancanza dei genitori e di parenti prossimi, rimanevano vagabonde e senza direzione.
      Anche nella Pia Casa di Fuligno, venivano accolte fanciulle, i parenti delle quali assumessero a proprie spese il loro mantenimento.
      Una delle Opere pie, alle quali con maggiore amore dedicò le sue cure Ferdinando III fu la Congregazione di San Giovan Battista, sopra il soccorso dei poveri.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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