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      In esse scuole oltre ai "primi doveri della religione, e le regole della decenza, conveniente allo stato delle dette zittelle," vi si insegnava gratuitamente leggere, scrivere e "l'abbaco" insieme "a quei lavori e mestieri che possono essere più utili ad una buona madre di famiglia di classe indigente, come la maglia, il cucito, il tessere di nastri, seta, pannilini, o lani di ogni genere."
      All'epoca della morte di Ferdinando III queste quattro scuole eran frequentate da più di ottocento fanciulle, le quali, oltre alla educazione ed alla abilità in un mestiere, ritraevano gran parte, e spesso interamente, la loro sussistenza; ed a quelle che più se ne rendevano meritevoli, veniva assegnata anche una dote di regia data.
      I giovani inclinati all'arte frequentavano l'Accademia delle Belle Arti e le Scuole dì disegno. Essendo l' Accademia composta di un Presidente e di tredici deputati con nomina sovrana, nel 23 agosto 1817 essa ebbe l'incarico della vigilanza sopra tutti gli oggetti d'arte esistenti nelle chiese, nei campisanti e nei pubblici stabilimenti del Granducato.
      Nel fine poi di mostrare in qual conto si teneva da Ferdinando la istruzione, volle che il principe ereditario Leopoldo, fosse annoverato fra gli accademici residenti della "Crusca," incaricata già da lungo tempo della compilazione di un eterno Vocabolario della lingua italiana.
      Questa vetusta Accademia si adunava allora nel palazzo Riccardi il secondo e l'ultimo martedì di ciascun mese, eccettuate però le vacanze, necessarie a così esorbitante fatica, dal 15 settembre al 15 novembre d'ogni anno.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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