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      Tanto gli anziani che la guardia nobile erano sotto gli ordini del maggior generale Francesco Gherardi d'Aragona.
      V'era poi il corpo degli invalidi di cui era comandante (!) il colonnello Mattias Federighi, forse il più invalido di tutti, poiché diversamente non si sarebbe potuta stabilire la superiorità in un corpo di quel genere.
      Dei veterani era comandante un maggiore, con un sottotenente aiutante maggiore, e un tenente quartiermastro.
      I granatieri eran accasermati a Belvedere. La loro uniforme era bianca con mostre rosse con morione alto di pelo, che nelle parate e le feste ornavano con due ghiglie bianche intrecciate e ricadenti con due nappe a sinistra. Avevano davanti una gran placca d'ottone con la granata; e sul cocuzzolo di cuoio che di dietro veniva a scendere, era dipinta in bianco un'altra granata; portavano ghette nere di panno fino al ginocchio; giberna e baionetta a tracolla incrociata sul petto.
      Gli ufficiali nei giorni di lavoro portavano la lucerna; e le feste il morione, anch'essi con ghiglie e nappe d'oro.
      I fucilieri stavano in fortezza da Basso e formavano la fanteria di linea, che era vestita press'a poco come la francese, col casco alto e a piatto largo, il quale a ogni movimento del capo, sbilanciava. Il popolino di Firenze diceva a questi soldati che facevan querciòla quando fermandosi a bere dal vinai erano costretti a mettersi una mano sul piatto del casco per reggerlo mentre bevevano. Il nomignolo che poi s'affibbiò loro, fu quello di bianchini, perché dal 1° aprile al 1° novembre dovevano portare i pantaloni bianchi di tela.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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