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      Il corso degli studi durava quattr'anni; ed i posti erano ventisei: diciotto per la fanteria, cinque per l'artiglieria e tre per la cavalleria. Per esercitarsi all'artiglieria da campo, andarono i cadetti un giorno a Fiesole con un cannone senza cavalli; e alla scesa non potendo tenerlo, il cannone venne giù a precipizio, schiacciando il cadetto Luigi Calvelli.
      Questo Istituto fu sciolto il 24 marzo 1848, quando i cadetti, avendo chiesto d'andare al campo, Leopoldo II andò da sé in fortezza, per vedere con la sua marziale presenza d'intimorirli. Quei giovani invece gli si buttarono in ginocchio implorando il suo sovrano consenso di andare alla guerra. Il pover uomo, commosso, rispose loro: "Ebbene, andate." E sciolse i cadetti.
      A Portoferraio stava il battaglione detto dei coloniali, composto di discoli ingaggiati soldati, per correzione, dal padre o dai parenti; e di soldati in punizione. Per conseguenza, è facile credere che quello era un battaglione formato dal fiore della canaglia. Una volta fu tentato l'esperimento di farne venire a Firenze una compagnia, comandata da un capitano Ardinghi, uomo fiero e adattato a quella gente, per provate se col contatto e l'esempio delle truppe disciplinate, fosse nata in loro l'emulazione, o si fosse svegliato un sentimento di dignità e di decoro.
      Ma fu un vano tentativo; e li dovettero rimandar via, perché non servissero, invece, di cattivo esempio agli altri. Non era bastato il mandarne quattro alla Gran Guardia a Palazzo Vecchio, che aveva l'obbligo di tenere una sentinella sotto le loggie dell'Orcagna e una alla Posta, sotto il tetto dei pisani.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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