Dietro al Granduca stavano in piedi due priori di Santo Stefano più anziani, i quali portavano la cappa e la croce che dovevan mettere indosso al Sovrano. L'Auditor magistrale e il Priore di Firenze firmarono l'atto della vestizione come testimoni; ed il priore con la mitra, benedì la croce. Terminata la benedizione, il Granduca si alzò; ed il Priore seduto sul faldistorio, tenendo una mano sull'abito presentatogli sopra un bacile dai due priori, pronunziò ad alta voce la formula di rito, e mettendo al nuovo Gran Maestro la cappa, aiutato dai priori medesimi. Il Granduca tornò al suo posto, con due paggi magistrali, che gli reggevano lo strascico e restaron dietro a lui durante la cerimonia.
Intanto il priore ritiratosi in sagrestia per spogliarsi della mitra e del piviale, si mise la pianeta e celebrò la messa piana, nel corso della quale il primo cerimoniere, dopo il vangelo e dopo l'Agnus Dei, pòrse a baciare al Granduca l'istrumento della pace.
Dopo che il celebrante si fu comunicato, Leopoldo II andò ad inginocchiarsi all'altare per comunicarsi anche lui; e terminata la messa tutti i cavalieri per ordine di grado, andarono uno per volta a rendere obbedienza al "Reale Gran Maestro" inchinandosi e baciandogli un lembo della gran cappa, foderata d'ermellino, che poi gli fu levata dai due cavalieri priori, che la consegnarono agli aiutanti di camera.
Dopo di ciò il Priore di Firenze, pose al collo del Gran Maestro la croce magistrale benedetta dal priore.
Il Granduca si mise quindi a sedere per sentir leggere l'atto che venne firmato dall'Auditore magistrale, dal Priore di Firenze, e dai testimoni.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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