E quest'uomo fu il fattore di Bolgheri, Giuseppe Mazzanti, che sfornito di teorie ma ricco dei lumi dell'esperienza, con l'osservazione che egli aveva fatto del naturale movimento delle acque durante le pioggie, accecò il canale detto Seggio Vecchio e ne scavò un altro detto Seggio Nuovo, per la qual cosa gli estesissimi campi già paludosi, con esito brillantissimo divennero fertili quanto più si poteva desiderare.
Il Mazzanti ebbe in riconoscenza dal Granduca "una medaglia d'oro accompagnatagli con onorevolissimo officiale chirografo; e dal conte Della Gherardesca fu remunerato adeguatamente al servizio."
Con tali precedenti, con l'esempio dell'avo, con gli incitamenti del Fossombroni e con le buone disposizioni dell'animo suo, Leopoldo II nel 27 aprile 1828 emanò l'editto per il bonificamento della Maremma a spese dello Stato.
I lavori cominciarono sulla fine del 1829 e vi furono impiegati circa cinquemila operai concorsi da varie parti della Toscana, da altri Stati e dall'estero, sotto la direzione del cavalier Alessandro Manetti, che era alla immediata dipendenza del Granduca.
Il 26 aprile 1830 fu il giorno bene augurato; poiché compiuto il lavoro "le acque dell'Ombrone arrivarono velocissime alla palude, con immensa consolazione e festa del principe presente, e di molti altri personaggi accorsivi da diverse parti, per solennizzare l'avvenimento che doveva segnar l'epoca della restaurazione maremmana."
Con l'iniziamento di un'opera così grandiosa, pareva che a Leopoldo II fosse assicurata la felicità del suo regno: ma invece, indipendentemente da quel fatto, sorsero per lui serii guai politici, molto superiori alle sue forze, che cominciarono a intiepidire i buoni rapporti tra sudditi e sovrano.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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