Ed a questo effetto, i signori adunati commessero al loro signor Gonfaloniere di fare le opportune richieste a chi occorreva per ottenere la permissione di detto strappo nelle mura urbane, e di umiliare a S. A. I. e R. l'offerta della città per detta festa.
A tanto zelo del Magistrato ed al gradimento degli abitanti di tutti i siti, non corrispose il gradimento del graziosissimo Sovrano, come non aveva corrisposto quello del Governo ai gentiluomini promotori di una pubblica festa. In risposta alla domanda di poter dare "i contrassegni di rispetto e di giubbilo" fu partecipata al Magistrato una lettera del Provveditore della Camera de' 6 settembre 1830, con la quale si accompagnava al Gonfaloniere una copia del "viglietto dell' I. e R. Segreteria di Finanze de' 26 agosto, contenente il veneratissimo Dispaccio con cui S. A. I. e R. ordinava farsi sentire nel suo Real nome al Gonfaloniere ed alla Magistratura, che grato al buon animo dimostratogli dagli abitanti di Firenze, e di cui il Magistrato stesso si era fatto interpetre, non permetteva che l'attaccamento e devozione de' suoi amatissimi sudditi alla Real sua Persona, fosse dimostrato con aggravio della Comunità, dando pubbliche dimostrazioni di gioia nella circostanza del suo ritorno nel Granducato come veniva domandato."
Ma per addolcire il rifiuto, il Granduca dopo alcuni mesi si degnò di condonare "graziosamente alla Comunità la somma di L. 19,100.10.8 di cui essa restava ancora debitrice alla R. Depositeria per saldo delle somministrazioni ricevute nientemeno che nel 1819, in occasione delle feste date a Sua Maestà l'Imperatore d'Austria, come resultava dal Biglietto della I. e R. Segreteria di Finanze de' 13 maggio 1831. Il Magistrato che oltre al risparmiare la spesa della festa si vide abbonare il vecchio debito, deliberò subito di esternare la sua gratitudine, e di fare gli opportuni ringraziamenti a S. A. I. R. per la beneficenza usata verso la Comunità, commettendo al signor Gonfaloniere di rimettere copia del partito al Provveditore della Camera di sopraintendenza comunitativa, perché dal medesimo fosse dato l'opportuno corso.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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