Se l'esercito e la marina eran ridotti in così misero stato, non c'era davvero da aspettarsi dal Sovrano né energiche riforme né una vigorosa organizzazione, poiché Leopoldo II era il principe meno bellicoso che si potesse immaginare. Per lui, quando i soldati erano puliti e coi fucili lustri per le processioni e i servizi di chiesa, era anche troppo!
A tale stato di cose, supplì felicemente il patriottismo ed il buon senso, con la proposta fatta al Principe di creare la Guardia Urbana. Ed il Fossombroni particolarmente, il quale benché vecchio nelle grandi occasioni sapeva trovare l'antica fibra, vantando a faccia franca al Granduca il suo costante affetto, ed i servigi resi alla Casa regnante, ne vinse la titubanza, sventò le mene degli austriacanti ed "inaspettatamente comparve l'editto che commetteva ai cittadini la custodia del Governo e della pubblica sicurezza."
Quest'atto di benevola confidenza, mentre i popoli circonvicini armata mano si ribellavano ai propri sovrani, piacque tanto, che in soli tre giorni gli ascritti alla Guardia Urbana in Firenze ascesero a diecimila, "tutti pieni d'entusiasmo e di devozione al Principe."
il paragrafo principale dell'Editto del Granduca diceva: "S. A. I. e R. valutata la circostanza in cui una momentanea perlustrazione richiamasse verso i confini del Granducato, parte della forza militare destinata al servizio di questa città, volendo che resti a tal uopo opportunamente provveduto, e contando sul conosciuto zelo ed affezione, che, come tutto il resto dei suoi amatissimi sudditi, anima gli abitanti della capitale, ordina che sia ripristinata la Guardia Urbana come in altre occasioni fu utilmente praticato.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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