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      A questo malcontento e a questa gelosia, si univa la sorda guerra dei codini che non vedevan di buon occhio tanti cittadini armati, - per quanto lo fossero poco meno che di bastoni - e i raggiri degli agenti austriaci i quali, "ora che il pericolo era passato, andavano insinuando che era inutile tenere occupati i popoli in siffatte pratiche militari." E siccome i tristi riescono più spesso dei buoni nei loro disegni, così quando la Guardia Urbana che aveva destate tante liete speranze meritava di essere stabilmente ordinata e disciplinata, venne disciolta.
      E per quanto "ciò fosse fatto con accomodate parole, nullameno la dispiacenza fu generale."
      Le accomodate parole, che meglio sarebbe dire gesuitiche addirittura, contenute nell'editto 4 giugno 1831, sono le seguenti: "S. A. I. e R. apprezzando l'esemplare emulazione con cui i Toscani d'ogni ceto hanno fatto a gara nel concorrere alla formazione delle Guardie Urbane e Locali, ne ha provato nell'animo Suo la più gradita sodisfazione. Ha quindi nel tempo stesso dedotto un'ulteriore luminosa dimostrazione del prezioso amore dei suoi fedelissimi sudditi, e dell'incivilimento tanto diffuso tra loro, da farli certi che i pubblici comodi si promuovono nella tranquillità dell'ordine sociale, a cui per conseguenza l'onesto accorgimento è portato ad offrire accurata ed efficace tutela. Mentre in vista dell'indole che distingue le toscane popolazioni, si compiace S. A. I. e R. di potere ad ogni cenno contare sull'attività delle medesime, sente d'altronde il paterno desiderio di non distrarle senza necessità dalle loro abitudini industriali e domestiche.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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