L'ipocrita forma di una licenza bell'e buona che veniva data alla Guardia Urbana, senza neanche ringraziarla, non poteva sfuggire a cittadini accorti ed intelligenti, tanto più che sapevano ormai con chi avevan da fare; né valse la lustra, più ridicola che altro, di ordinare che i ruoli della Guardia Urbana fossero conservati nella segreteria di Guerra "per memoria del passato" e per norma del futuro. E sebbene, sempre per dar della polvere negli occhi, fosse stato conservato agli. ufficiali l'onore del grado, nessuno ne tenne conto e anzi volle dimenticarlo, "come avviene delle cose d'ingrata memoria."
L'amarezza che "penetrò nel cuore dei Toscani" vedendosi con quell'atto tenuti a torto in diffidenza, finì di affievolire l'intimo accordo tornato fino a un certo tempo, fra principe e popolo. La paurosa misura d'aver tolto le armi di mano al fiore dei cittadini, i quali per altro non se ne eran serviti che per rendere servigi al proprio paese in momenti difficilissimi, mostrò nel Governo la maggiore ingratitudine, la quale si risolveva in una immeritata ingiuria che maggiormente dispiacque, e che diede poi i suoi frutti.
Leopoldo II messo su dai segreti agenti dell'Austria, che lavoravano senza che egli se ne accorgesse, cominciò a credersi un Sovrano di prim'ordine e che tutte le cose buone fin allora fatte fossero solo merito suo, e non dei savii ministri che gliele avevano consigliate. Cosicché egli subì a poco a poco l'ascendente dell'Austria; la quale, vedendo l'impegno che il Fossombroni metteva nel propugnare in ogni occasione la indipendenza toscana, glielo dipingeva come uomo da non potersi troppo fidare.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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