Leopoldo II, per "appagare - da buon sovrano - le brame dei sudditi," dopo nemmeno un anno di vedovanza, stabilì di passare a seconde nozze. E siccome per ragione di Stato egli doveva far questo passo, così cercò di farlo meglio che poteva, poiché questa volta era libero di scegliere da sé e non era costretto ad obbedire al babbo, alla mamma e ai ministri, e prender la moglie che gli avrebbero data. Perciò scelse una delle più belle principesse delle case regnanti d'Europa, disponibili per una corona. Benché Leopoldo II avesse trentasei anni, non si peritò a prendere una giovinetta che ne aveva appena diciotto, memore forse del dettato fiorentino: "A cavallo vecchio, erba tenera."
Intavolate le trattative diplomatiche fra il gabinetto toscano e quello di Napoli, poiché la prescelta sposa era la principessa Maria Antonia delle Due Sicilie, sorella del re Francesco I, la domanda del Granduca di Toscana fu accolta col più gran piacere dalla Corte napoletana, e il parentado fu stabilito.
Il principe Don Tommaso Corsini ebbe da Leopoldo II la prova della stima in cui lo teneva, incaricandolo di recarsi a Napoli in suo nome a chiedere la mano della bellissima principessa: ed il principe, vero signore in tutta la estensione della parola, vi si recò da par suo, facendo al tempo stesso onore al Sovrano ed allo Stato che rappresentava.
Don Tommaso Corsini partì da Firenze alla metà di maggio del 1833; ed arrivato a Napoli, fu ricevuto dalla Corte con gli onori che gli si competevano come inviato del Granduca, e con la distinzione che egli meritava personalmente.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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