Pronunziate altre parole, con le quali si alludeva alla speranza di figli maschi - che sembrava dover essere il patto fondamentale - il re rispose al principe Corsini, dichiarando di accettare di tutto cuore la domanda del suo amatissimo cugino "dalla Provvidenza tanto ben collocato nell'elevato posto di Granduca di Toscana."
Dopo la risposta del re, Don Tommaso Corsini si rivolse a Sua Maestà la Regina madre, spiegando anche a lei - ciò che già essa sapeva da un pezzo - il motivo della sua presenza. Ed entrando nell'argomento, le disse che il Granduca conoscendo per fama le nobili qualità personali della avvenente principessa, sapeva "che oltre la bellezza delle forme - la lingua batte dove il dente duole - e le grazie del sesso, essa avrebbe imitato l'augusta genitrice, madre saggia e affettuosa di quella bella e numerosa famiglia della quale la Divina Providenza aveva voluto circondarla."
Che era quanto dire che Leopoldo II gradiva d'aver dei figliuoli.... possibilmente maschi. E la Divina Provvidenza lo contentò, senza però collocarli nell'alto posto che egli occupava, perché già nei suoi imperscrutabili decreti aveva destinato che non ci continuasse a star nemmen lui, che ne sdrucciolò due volte, e alla seconda non fu buono di rialzarsi!
La Regina replicò al principe Corsini, come era stato convenuto, che Ella accoglieva con piacere la domanda del Granduca di Toscana, assicurandolo che la Principessa sua figlia si sarebbe "sforzata" dal canto suo, di meritare l'amore del suo augusto sposo, adorno di tutte le qualità desiderabili per formare la sua felicità."
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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