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      In questa occasione Leopoldo II conferì varie decorazioni dell'Ordine di San Giuseppe, cominciando dal Re fino agli ufficiali d'ordinanza.
      Finalmente, con tutto lo sfarzo spagnolescamente barocco della Corte napoletana, la mattina del dì 7 di giugno alle dieci e mezzo fu celebrato nella cappella reale il matrimonio alla presenza del Re, dei principi della Casa, dei ministri esteri, delle cariche, dei ciambellani, dei generali e della nobiltà ammessa a Corte.
      Da un cappellano di camera fu prima letto il Breve della dispensa di consanguineità; e quindi da Monsignor cappellano maggiore, assistito da due cappellani di camera e dal parroco di Corte, fu compita la cerimonia, durante la quale i forti di Napoli tiravan le cannonate, e le campane delle chiese suonavano a distesa in una generale confusione di festante sbalordimento.
      Gli sposi si ritirarono quindi nel Regio appartamento, e nel gran salone ricevettero gli omaggi dei ministri e di tutte le persone ragguardevoli.
      Al tocco - e pareva l'ora - andarono soli al Chiatamone, ove si trattennero fino alle due e mezzo, essendosi poi compiaciuto il Granduca di presentare alla sposa "gli individui" della sua Corte.
      Dopo il pranzo di famiglia, che ebbe luogo al palazzo reale, il Granduca e la nuova Granduchessa di Toscana andarono al passeggio in carrozza di gala; e la sera alle nove si recarono al teatro di San Carlo, ove furono accolti "da triplicati applausi."
      Il giorno seguente al tocco, il re andò a far visita agli sposi; e dopo di esso vi si recarono i principi.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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