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      Avendo però i reali sposi anticipato il loro arrivo, essi ed il loro seguito si valsero del tempo acquistato per cambiarsi di abiti, e così far l'ora che le cariche invitate fossero riunite.
      Il suono delle campane di tutte le chiese e le salve d'artiglieria delle Fortezze di Belvedere e da Basso, annunziarono al popolo, che fin dalle prime ore delle mattina si accalcava per le strade dalle quali sarebbe passato il reale corteo, la partenza di esso dalla Villa Tempi. Il suono delle musiche, il rullo dei tamburi, i comandi degli ufficiali alle truppe schierate, il brusìo della gente, l'impazienza dei più fanatici, che cominciavan di già a batter le mani, annunziò che finalmente il Granduca entrava in Firenze con la augusta sposa.
      Bisognava veder Firenze quella mattina! Era splendida addirittura: tutte le botteghe eran chiuse, le case ornate di tappeti; dai finestroni dei palazzi pendevano arazzi ricchissimi di infinito pregio da destare la meraviglia dei forestieri che. non capivano come mai così numerosi e pregevoli oggetti d'arte, che altrove si sarebbero tenuti chiusi gelosamente nei musei, qui si mettessero fuori come pubblico ornamento in occasione di feste. Perciò comprendevano sempre più, che si trovavano nella vera patria dell'arte, che vi aveva profusi i suoi tesori sotto tutte le forme, con una larghezza ed una magnificenza non mai veduta altrove.
      Quando il corteo nuziale arrivò alla porta, fu un'esclamazione unanime d'ammirazione per il suo sfarzo veramenteregale.
      La carrozza dov'erano gli sposi preceduta da due lacché, era dorata, lateralmente tutta a cristalli: e sul cielo di essa due puttini alati reggevano la corona granducale.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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