I sei superbi cavalli morelli che vi erano attaccati avevano i finimenti dorati, ed eran tenuti da palafrenieri di Corte in gran gala. Due cacciatori a piedi eran dietro, e gli staffieri facevano ala.
La carrozza era scortata e seguita dalle guardie nobili a cavallo in gran tenuta, comandate dal brigadiere Cervini, e dai sotto brigadieri Tassinari, Spannochi e Gozzini: seguivano poi le altre mute pure a sei cavalli dove erano l'arciduchessa Maria Luisa, le cariche di Corte e i ministri esteri.
Il colpo d'occhio era magnifico, per tutto lo stradale; ma più caratteristico e tipico in Borgo San Frediano.
Dalle fìnestre di tutte le case stipate di gente del popolo che cicalavano, che urlavano, che si chiamavano a nome, si facevano conversazioni e dialoghi i più burleschi e curiosi. Le barzellette spontanee per l'impazienza, i motti, gli scherzi per la curiosità di vedere la sposa, eran tutti fiorentini. Ma quando si scorsero i primi dragoni e poi le guardie nobili e le carrozze di gala, fu uno spenzolarsi generale per veder la nuova Sovrana, fin quasi a venir di sotto. Ognuno diceva da una finestra all'altra, da un piano all'altro, e anche da casa a casa la propria impressione sulla sposa, che piacque subito straordinariamente, facendo un frastuono maggiore delle campane e delle cannonate.
Quelle tessitore, quelle incannatrici di seta che stavano ai pianterreni, e che ritte sulle seggiole la vedevano meglio, esclamavano senza soggezione: - E' se n'è nteso eh? - volendo con ciò spiegare che Leopoldo aveva saputo scegliere.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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