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      Questa specie di miracolo fu operato dalla signora Palagi, la dama di compagnia più intima della Granduchessa, moglie del cav. Palagi colonnello dei Granatieri.
      Col tempo però Maria Antonietta, modificando le sue prime impressioni, amò Firenze quasi come sua seconda patria, si affezionò anco alla popolazione poiché ne seppe apprezzare la civiltà e i costumi; ne ammirò le tradizioni e le feste che avevan 'tutte un carattere artistico di gentilezza e di garbo.
      E questo è proprio il momento opportuno per descrivere la vecchia Firenze, gli usi e le costumanze dei suoi cittadini.
     
     
      XXIVAttorno alle mura della città
     
      Le mura d'Arnolfo - Ricordi storici - I ricoverati di Montedomini - Annaffiatura di cavoli - Lungo le mura - Fabbrica di candele e di vernici - La torre del Maglio - La Fortezza da Basso - Le diacciaie - Ragazzi che fanno forca - Giuoco del Pallone - Il mercato di Porta alla Croce - Gli stabbioli dei maiali - I roventini - Le mura oltr'Arno - La Sardigna - La Beppa fioraia - Le chiavi delle porte - Citazioni direttissime - Le frodi della gabella.
     
      Firenze, fino all'anno 1866, era ancora racchiusa entro il quarto cerchio delle mura, che rimontava alla fine del secolo XIII, stato edificato sul disegno di Arnolfo di Cambio, che ne ebbe l'incarico dalla Signoria nel 1284.
      Dopo l'ingrandimento della città, furono lasciate come ricordo storico la Torre della Zecca Vecchia e le porte alla Croce, di San Gallo, del Prato e di San Niccolò; ma invece della reverenza dei posteri, esse attestano la trascuratezza di essi; i quali, demolendo le mura, le hanno lasciate lì isolate per servire, sebbene opera di Arnolfo e di altri celebri architetti, di riparo ai venditori ambulanti, di stazione agli omnibus, e per certi altri usi che non è lecito rammentare.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





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