Le quattro bolgette eran custodite nel corpo di guardia sotto la responsabilità dell'ufficiale, e la mattina dopo, appena giorno, gli stessi soldati, accompagnati dal veterano, tornavano ad aprire le porte e così avevan guadagnato la giornata.
Ad eccezione però delle quattro citate, dalle altre si poteva passare mediante il pagamento del pedaggio d'una crazia; e potevano anche passare le carrozze ed altre vetture, pagando una crazia per ruota.
La mattina a giorno s'alzava il rastrello, e si cominciava a fare entrare per ordine i barrocci, che in una fila interminabile si erano messi in riga lungo la strada di fuori, ad aspettare che aprissero per poter gabellare.
I primi, per il solito, eran sempre i lattai e gli ortolani che erano costretti ad essere i più solleciti. Pareva come dar la stura a un fiume. Ma c'erano i soldati ad ogni porta per il buon ordine: un caporale e tre uomini di quelli che il popolo chiamava fior di zucca.
Se nasceva qualche litigio fra coloro che volevan passare innanzi, oppure se taluno levava di rispetto un impiegato o anche lo stesso cassiere, questi non faceva altro che dire al capoposto, che era agli ordini immediati di lui: - Caporale, faccia il suo dovere. -
Ed il caporale metteva nel corpo di guardia il riottoso, mandando subito un volante al comando di Piazza col rapporto steso dal cassiere, in attesa di ordini. Quando per la città si vedeva in certe ore insolite un soldato col rapporto piegato a triangolo e infilato tra la bacchetta e la cassa del fucile, tutti s'immaginavano che c'era qualche arrestato a una porta.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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Piazza
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