Basti dire che nel piazzale degli Uffìzi si faceva il mercato dei cavalli e dei puledri, e sulla Piazza di Santa Maria Novella quello giornaliero della paglia e del carbone, che a soma, sui somari, si contrattava poi al minuto alle case: e prima si faceva nientemeno sulla Piazza di San Giovanni! Gli erbaggi, i cocomeri, i poponi, ecc. si contrattavano ogni giorno sulla Piazza degli Strozzi, detta anche delle Cipolle, perché in antico vi si faceva unicamente il mercato di quell'ortaggio. Ma per i reclami fatti nel 1826 dal duca Don Ferdinando e dal conte Filippo Strozzi, il Presidente del Buon Governo destinò per il mercato degli erbaggí la predetta Piazza di Santa Maria Novella vecchia, che divenne così la babilonia dei mercati.
Le strade della città erano tenute in uno stato deplorevole; ma allora non pareva, e ci si badava poco; perché specialmente quelli che si recavano in altre città e le trovavano più mal tenute e più sudicie, Firenze pareva loro un torlo d'uovo! C'eran però delle cose che disdicevano addirittura col nome di civiltà, di cui appunto godeva Firenze. Basterà citare fra tante altre, che la Comunità pagava dieci lire l'anno ad ogni caposquadra di birri dei quattro Commissariati, perché si davan cura di far trasportare alla Sardigna i cani e i gatti morti trovati per le strade!
Un caposquadra rimasto come esempio di zelo fra i birri, fu Lorenzo Chiappini, al quale il Magistrato civico, con partito del 10 settembre 1783, assegnò il premio di dieci paoli, destinatogli come al "famiglio inventore dei trasgressori alla legge degli ingombri del suolo pubblico.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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