Perciò fai subito un progetto, perché per la metà di gennaio dell'anno prossimo voglio che sia terminato. Il Baccani fece osservare al Principe che il tempo era molto ristretto, e che vedeva la cosa piuttosto difficile; ma Don Cammillo, uomo che non conosceva difficoltà, disse all'architetto, che se vedeva di non poter riuscire lo dicesse pure; perché egli voleva il palazzo, ne avrebbe guardato a spese di sorta, non volendo scomparire col Granduca.
Il Baccani, dispiacente di perdere un'occasione così bella per farsi distinguere, tanto più che quello sarebbe stato il suo primo lavoro veramente importante, dichiarò al Principe che per il tempo indicato prendeva impegno di costruire il palazzo.
Infatti, dopo pochi giorni gli presentò il progetto, del quale Don Cammillo rimase contentissimo, e la cosa fu stabilita. Ma siccome nel mondo i malevoli e gli invidiosi non sono mai mancati, così alcuni fecero rilevare al Principe, che non era conveniente di affidare alla leggiera un lavoro di tanta importanza ad un giovane che ancora non aveva dato un saggio in grande del suo talento artistico. Per conseguenza, lo persuasero a bandire un concorso, come mezzo più efficace a raggiungere lo scopo che egli si prefiggeva.
Il Principe fece avvisare il Baccani per fargli conoscere la sua intenzione di bandire il concorso; ed il giovane architetto, per quanto si mostrasse mortificato, dové piegar la testa e ritirarsi.
Fu fatto dunque il concorso; ed una Commissione di architetti fra i più rinomati di Firenze e di fuori, fu incaricata di scegliere il progetto migliore a cui, oltre all'esecuzione, era assegnato un cospicuo premio in denaro.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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