D'inverno e nella mezza stagione il ritrovo festivo aveva luogo sull'angolo di Via Vacchereccia, dove in alto, ad una fune attraverso alla strada si attaccava l'avviso del teatro della Pergola. Gli avvisi degli altri teatri si mettevano, appesi pure ad una fune, attraverso a Via de' Calzaioli, fra Condotta e Baccano.
Dalla farmacia Forini - di cui anch'oggi si ammira il cartello intagliato dal Duprè - fino alla cantonata di Calimaruzza, tutte le mattine si mettevano in fila i muratori senza lavoro, aspettando che qualcuno andasse a cercarli per prenderli a giornata; e quel pezzo di strada si chiamava il Canto dell'acquavite; perché quei muratori mentre aspettavan di lavorare, per non render conto a Dio dell'ozio, ogni poco andavano da un droghiere che c'era sulla cantonata di Condotta a prendere un bicchierino.
Di qui nacque il dettato che quando un lavorante era a spasso, si diceva che era sul "Canto dell'acquavite". Ma su quel canto ci andavano anche coloro che la bastonavano la voglia di lavorare.
XXVIIMercato Vecchio - Il Ghetto
Le rovine della civiltà romana - Il palazzo dell'Arte della Lana - La Colonna di mercato - L'osteria della Cervia - La spezieria del Giglio - Il Barba vinaio - Un cuoco di baldacchino - La beccheria - La fila - La spezieria dello Spirito Santo - Il palazzo della Cavolaia - Il palazzo Vecchietti - San Pier Buonconsiglio - Il Mercato Vecchio nelle solennità - L'Arte in Mercato Vecchio - Il Gran Postribolo - Gli ebrei prima del Ghetto - Quando e come fu edificato il Ghetto - L'interno - Sono levati i portoni - Cosa divenne il Ghetto - A toccaferro con la polizia - Le cose a posto.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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