Se Piazza del Granduca aveva un'impronta caratteristica, Mercato Vecchio ne aveva una non meno singolare e curiosa.
Dallo sdrucciolo di San Michele e Baccano - quel tratto di Via Porta Rossa fra Via dei Calzaioli e le Logge di Mercato Nuovo - si entrava in Calimara, breve tratto dell'antica via lunga due miglia toscane, che da San Gallo a Porta Romana divideva Firenze in croce; un'altra strada, lunga altrettanto, dalla Porta alla Croce menava diritto a quella del Prato attraversando Mercato Vecchio.
Sarebbe ozioso e superfluo rifare la storia fortunosa di questa antichissima parte della cittą, che fino dalla sua origine fu la pił importante, e poi divenne il cuore di Firenze. All'epoca romana quivi sorgevano il Campidoglio, il foro, le superbe terme con impiantiti a mosaico e vasche e forni e tepidari e calidari, che potrebbero servire anche oggi di efficace esempio nelle costruzioni di locali consimili.
Mercato Vecchio fu una localitą sontuosa e ricca a tempo de' romani, e quindi dei fiesolani quando scesero "ab antico" come dice Dante, nelle ridenti rive dell'Arno.
Sulle rovine della civiltą romana sorsero allora i superbi palazzi e le sontuose case del medio evo, che poi alterate, deturpate e trasandate, ridussero quel luogo il peggiore della cittą. E dove prima erano state le linde, fastose case romane, e le severe dimore degli antichi fiorentini, si fecero catapecchie e casupole di povera gente, il Mercato, e il Ghetto.
Entrando in Calimara da Baccano di fronte alle Logge di Mercato Nuovo, si poteva dire d'esser gią in Mercato Vecchio.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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