Dall'altra parte di Via degli Speziali accanto alla Cervia aveva gran nome la rosticceria del Baldocci, - che era stato un cuoco di baldacchino come si diceva allora - e che faceva l'arrosto meglio che alla famosa fila. Il che era tutto dire! Non meno celebre era l'antica bottega Bassi di pizzicagnolo in faccia alla Tromba, la più di lusso di quel genere.
E tornando in Mercato si trovava in angolo tra Calimara e Via dei Ferravecchi il tabernacolo - un gioiello d'architettura ridotto a bottega di coltellinaio, con le colonnette a spirale nascoste dentro l'intonaco, che già appartenne all'Arte dei medici e speziali, la cui residenza fu nella torre dei Caponsacchi sulla piazza di faccia al Ghetto. Accanto alla Colonna, a sinistra, cominciava la beccheria.
Verso il seicento i macellari cominciarono a tenere costì fuori dei deschi; poi li copriron con delle stoie, e adagio adagio li chiusero con assi e tramezzi di tela intonacata: così, senza che nessuno se ne accorgesse, divennero botteghe che pagavano più d'un piano di casa.
Dietro ai macellari, in un passare largo appena un braccio, c'erano i pollaioli e i venditori di caccia.
Di fronte alla beccheria c'era la famosa Fila, la rosticceria più antica di Firenze, poiché si afferma esistesse fin dal XVII secolo. La rinomanza di essa era proverbiale. Bisognava vedere in circostanze di feste, o di solennità, il numero infinito di polli che si arrostivano; e l'agnello e i fegatelli e il maiale e la vitella di latte della Fila, che dicevano, - faceva uscire i morti di sepoltura!
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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