Sull'architrave di una casa vi era un cartellino di pietra con l'arme della famiglia dove era scritto MEDICI, perché prima serviva ad uso di banco, uno dei tanti che essi avevano. Ed anche i Brunelleschi e i Pecori, vi ebbero "un albergo atto a tener femmine" e una casetta con corte a due usci ad uso delle donne cortesi! E più cortesia di quella....
Il Ghetto consisteva in due piazze: Piazza della Fraternità o Ghetto nuovo, e Piazza della Fonte o Ghetto vecchio. Al Ghetto nuovo si accedeva da Piazza dell'Olio. Nel Ghetto vecchio si entrava da Via della Nave da un lato, e dalla Piazza del Mercato dall'altra. Un arco congiungeva le due piazze. Nel Ghetto vecchio erano le "Cortacce" la località più lurida di tutto il recinto. Il sudiciume, conseguenza inevitabile dell'agglomerazione sforzata di troppa popolazione quasi tutta miserabile, rendeva quel soggiorno tristo, puzzolente e malsano; gli ebrei ringraziarono Dio, e i fiorentini ne godettero quando sparì dal centro della città quell'avanzo di barbarie medievale.
Alle ventiquattro si chiudevano le porte del Ghetto lasciandone aperta soltanto una a spiraglio per quelli che facevan più tardi un quarto d'ora o una mezz'ora. I birri vi potevano però entrare a qualunque ora per sorvegliare o cercare dai manutengoli più noti la roba rubata quando si scopriva qualche furto; poiché la polizia, in questi casi, la prima visita la faceva in Ghetto, ma non trovava quasi mai nulla, perché avevano già strutto gli ori e gli argenti, che ridotti in verghe, nessuno poi era più buono a riconoscere.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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