In seguito, Pietro Leopoldo, movendosi a compassione dei falliti per i quali riteneva troppo dure e rigorose le Stinche, fece fabbricare nel 1780 "alcune abitazioni" per essi nel palazzo del Bargello dalla parte di Sant'Apollinare, e furon chiamate le "Stinche nuove," destinando "le vecchie a servire d'ergastolo" pei condannati alla galera o alla prigionia.
Nelle Stinche, dal 1600 al 1620 sotto Ferdinando I e Cosimo II de' Medici, si rinchiudevano provvisoriamente anco i condannati dai diversi vicariati o tribunali della Toscana, in attesa della promozione.... alla galera. Ed avevan tanto credito queste Stinche, che nel 1606 vi vennero mandati dei galeotti dalla Lombardia, dal Veneto e dall'Emilia, che poi passarono alle Galere di Sua Altezza. Bell'acquisto !
La maggior parte dei prigioni che furono inviati alle Stinche, dal 1600 al 1700, provenivano dalle carceri degli Otto e de' Rettori di fuori, che li avevan condannati per cause criminali. Spesso però, vi facevan passaggio per scontare il delitto che avevano col Fisco, per le spese e per il loro mantenimento. La reclusione si faceva per gruppi, non essendovi che varii cameroni chiamati: La Vecchia, la Nuova, dei Grandi, dei Macci, lo Spedale, la Pazzeria, la Torre ecc.
Nel XVII secolo quando le Stinche eran piene, i carcerati si mandavano nelle prigioni dei Signori Otto, specialmente in quei casi nei quali la procedura reclamava la segreta, o come si dice oggi, l'isolamento, per motivo dell'istruttoria.
La sorte dei carcerati delle Stinche dipendeva spesso dall'arbitrio che vigeva tuttora; ma non nel senso dì abuso, sivvero come disposizione libera di fare o di non fare una data cosa, sempre però col beneplacito del Sovrano.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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