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      Il birro di guardia non si dava per inteso di quelle borse che dalle tramoggie si calavano, né di tutte le cantilene dei delinquenti per chiedere l'elemosina ai passanti, che spesso mossi a compassione buttavano un soldo o una crazia nella borsetta. Ma quando, come avveniva altresì molto spesso, passava qualche signore che i birri conoscevano a colpo d'occhio, e che questi buttava dentro un fiorino o anche cinque paoli, il bravo birro spiegando allora tutto il suo zelo di rigoroso campione della giustizia, dava una bastonata allo spago che s'avvolgeva così al bastone, e con una stratta faceva venir giù la borsa.... e pigliava per sé ogni cosa.
      Allora il carcerato che s'accorgeva di quel tiro birbone, e che poc'anzi implorava con tanto fervore la Beatissima Vergine, il suo divino Infante e tutta la corte celeste, cominciava a trattarli male tutti e a bestemmiare, accusandoli in certo modo di tenerla più dai birri che dai ladri, coi quali i primi spesso facevano a mezzo!
      I birri erano ordinati per squadre, ognuna delle quali aveva il proprio capo; ma questi facevano il servizio della bassa polizia; sorvegliavano i precettati serali, e facevano il servizio di notte stando sulle cantonata con la lanterna cieca, a sorvegliar le botteghe.
      Quando qualcuno tornava a casa a ora tarda, mentre metteva la chiave nell'uscio, bene spesso si sentiva abbagliare a un tratto dalla luce della lanterna, che il birro gli piantava sulla faccia senza che lui si vedesse. Questa dolce sorpresa era riserbata particolarmente a coloro che passavano dalle strade nelle ore della notte; egli si trovava accecato dalla lanterna, mentre il birro tutto premuroso gli dava la buona sera e intanto gli domandava di dove veniva, dove andava, dove stava di casa, ed il suo riverito nome e cognome.


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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 714

   





Beatissima Vergine Infante