Quest'uso della campana fu tolto nel 1848, quando si cominciarono ad abbandonare tanti usi barbari e incivili, che avevan durato anche troppo.
Ma soppresso il suono della campana del Bargello, vi rimase quella della Misericordia, che anche nel cuor della notte suonava i suoi tocchi, spandendo nell'aria come un senso di sgomento e di paura in tutte le famiglie nelle quali c'era ancora fuori, qualcuno di casa. Ed anche di giorno, quante ansie, quante lacrime non ha fatto versare il suono di cotesta campana, che non dava altro segnale che di disgrazie! Se suonava due volte era a caso, vale a dire che si trattava di una disgrazia, incolta a qualcuno per la via o sul lavoro: e se suonava tre, era a morto: un affogato, uno venuto giù da una fabbrica, o un ammazzato. Ed allora era un accorrere pieno di trepidazione e di presentimenti tristissimi, alla Misericordia, per sapere che cos'era accaduto. E quando i fratelli che venivano essi pure a corsa per mettersi la veste, erano in numero e pigliavano il cataletto e col servo andavan via, la bramosia cresceva; e tutti anelavano il momento in cui veniva sulla porta un altro servo ad annunziare la disgrazia avvenuta. Nell'infinito egoismo umano, tutti si sentivano sollevare quando potevan credere che la disgrazia non risguardasse nessuno dei loro cari.
Tutti però quando sentivan la campana, non potevano uscire di casa per correre sul Duomo a sentir che cos'era seguito: perciò era un'agonia continuata finché quelli di famiglia non eran tornati: e se qualcuno contro il solito, per disgraziata combinazione tardava, era un'agitazione, un orgasmo in tutta la casa; un prevedere una sciagura inevitabile, un montarsi la testa, un piangere disperato come se la sventura fosse veramente seguita.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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