Oggi si accettano, anzi si pretendono, i benefizi; e chi li fa, quasi quasi deve ringraziare chi li riceve.
Anticamente i servitori entravano in una casa da giovanetti e c'invecchiavano. Avevano il segreto di farsi benvolere, ed erano affezionato ai padroni dai quali ricevevano ogni garbatezza.
La nobiltà fiorentina prendeva molta parte ai divertimenti popolari: però, meno poche eccezioni, le grandi famiglie restavano in villa buona parte dell'anno.
Il marchese Pier Francesco Rinuccini era il grande ordinatore delle feste della Società fiorentina: le "cene notturne all'aria aperta" erano una sua invenzione. Partivano gl'invitati la sera verso le ventiquattro in carrozza, e tornavano a notte inoltrata. Una volta, il sullodato Marchese rientrato in palazzo non trovò al posto il portiere; salite le scale si accorse che certe stanze erano insolentemente illuminate, e spinto l'uscio di una di quelle, vide che tutta la servitù, nessuno eccettuato, si abbandonava a una danza vertiginosa: camerieri, cuochi, sguatteri, e altri invitati, ballavano precisamente come i topi quando il gatto non è in paese. Gli uomini all'inattesa comparsa del padrone rimasero senza fiato, le donne poco mancò che non svenissero. Il Marchese represse un sorriso, assunse un'aria tragica, e ordinò che "smettessero immediatamente." Il giorno dopo raccontò agli amici in qual modo la servitù approfittava della sua assenza, e diede subito le dimissioni da direttore delle "cene notturne all'aria aperta!"
Fra i vecchi signori fiorentini era famoso il marchese Pietro Torrigiani per essere uomo caritatevole e vero signore, che faceva onore alla sua casata, celebre per lo splendore ed il fasto al pari d'una Corte; e si può dire che fosse la prima di Firenze.
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Firenze vecchia.
Storia cronaca anedottica costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 714 |
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Pier Francesco Rinuccini Società Marchese Marchese Pietro Torrigiani Corte Firenze
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